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 di Fabrizio Razzauti

La fotografia di Jacopo Mencacci, intitolata “Ansia Nascosta,” ha una potenza che richiama una profonda sensazione di disagio interiore e anonimato. Il volto del soggetto è completamente coperto da un tessuto bianco, che lo nasconde e al tempo stesso lo rende quasi indistinguibile, privandolo di tratti identificativi e riducendolo a una figura ambigua, spersonalizzata. La scelta del bianco e nero, con forti contrasti tra la pelle e il fondo scuro, amplifica la drammaticità della scena, portando lo spettatore a riflettere su emozioni profonde e invisibili, che spesso rimangono nascoste sotto la superficie.

L’immagine può essere interpretata come una rappresentazione dell’ansia e della sofferenza psicologica che spesso si nascondono dietro un’apparente normalità. Il tessuto che avvolge il volto del soggetto può essere interpretato come una (auto)repressione, della difficoltà di esprimere apertamente il proprio disagio interiore, quasi fosse un peso silenzioso da portare in solitudine. La mancanza di un volto visibile amplifica questo senso di totale smarrimento, di una sofferenza che non ha voce, un disagio che resta nascosto nel buio della mente.

La sfocatura e l’assenza di dettagli specifici contribuiscono a creare un’immagine quasi spettrale, che rappresenta la condizione di chi vive in uno stato di angoscia permanente, in cui l’identità è quasi dissolta dalla forza dei pensieri e delle emozioni opprimenti. Questa mancanza di nitidezza non è solo tecnica ma simbolica: esprime l’indefinitezza e la confusione che spesso accompagnano i disturbi d’ansia, rendendo difficile per chi ne soffre definire o persino identificare il proprio malessere.

L’autore sembra volerci condurre nel lato nascosto della mente, quello spazio oscuro e inaccessibile dove si annidano le paure e le insicurezze. Il tessuto bianco, simbolo di purezza o protezione, si trasforma qui in un velo soffocante, che anziché offrire riparo, isola e confina il soggetto in una prigione invisibile. È un’immagine che comunica in modo molto diretto il senso di soffocamento che può caratterizzare l’ansia, una stretta emotiva che smarrisce, toglie respiro e identità, lasciando chi ne soffre in uno stato di perenne lotta interiore. La figura velata diventa così il simbolo di tutte quelle persone che nella società odierna lottano silenziosamente con i propri demoni interiori, senza la possibilità di esprimere o mostrare il proprio disagio, nascosti dietro un volto che gli altri non possono vedere.

«Ansia Nascosta» è un’immagine profondamente toccante, che ci invita a riflettere su ciò che si cela dietro le apparenze, su quell’angoscia invisibile che molti vivono ogni giorno. L’autore ci conduce in un viaggio verso il lato più oscuro e complesso dell’animo umano che ogni persona porta con sé. Diceva Goethe «dove c’è molta luce, l’ombra è più scura».

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