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   di Fabrizio Razzauti

Questi autoritratti di Francesca Palagi sono un’esplorazione intensa e sfaccettata della propria identità, un’immersione visiva nel «lato-B» della psiche. L’artista utilizza il mezzo fotografico per rappresentare aspetti nascosti della sua interiorità, sfidando la nozione tradizionale di autoritratto come rappresentazione statica e definita. Qui, invece, il volto si dissolve, sfuma e si muove, esprimendo l’idea che l’identità non è fissa ma un’entità mutevole, soggetta a trasformazioni e incertezze.

La prima immagine, in cui la parola “myself?” è collocata al centro di una testa anonima, avvolta o cancellata da un pallore sfocato, introduce un interrogativo esistenziale: “Chi sono io?” Questa domanda, posta senza risposta, suggerisce una ricerca di sé che sembra irrisolvibile o indefinita. L’utilizzo della sfocatura e della sovrapposizione di movimenti rappresenta visivamente il disorientamento, la difficoltà di afferrare la propria essenza in modo chiaro e definito. La parola “myself?” esprime l’incertezza della costruzione dell’identità, lasciando intuire che la conoscenza di sé è sempre parziale, sempre sfuggente.

Nelle altre immagini, il volto di Francesca appare ancora più sfocato e immerso in un movimento che suggerisce angoscia e una ricerca continua. Questi scatti richiamano una dimensione intima e psicologica, dove il “lato-B” diventa il riflesso di una coscienza frammentata, una lotta tra ciò che si è e ciò che non si riesce a definire o accettare. La sfocatura diventa così il conflitto interiore, una sorta di danza emotiva che porta l’artista a muoversi tra varie sfaccettature della propria identità, senza mai fermarsi su una visione chiara o stabile di sé stessa.

La scelta del bianco e nero della prima foto, contribuisce a creare un’atmosfera cupa, quasi onirica, che rimanda a un universo interiore complesso e non sempre accessibile. L’oscurità dello sfondo è come un abisso in cui l’artista si perde, suggerendo l’idea di un’esplorazione nelle “stanze buie” della mente, dove la vera essenza di sé rimane nascosta, visibile solo attraverso il velo dell’incertezza e del dubbio. Questo lato-B rappresenta ciò che è celato agli altri e, forse, anche a sé stessa, una verità personale che emerge solo in momenti di vulnerabilità e introspezione.

Gli autoritratti di Francesca Palagi sono un viaggio visivo e concettuale nell’essenza sfuggente dell’identità, un’esplorazione del lato-B della coscienza. Attraverso sfocature, movimenti e inquadrature ambigue, l’artista comunica la difficoltà di definire sé stessa, lasciando chi guarda con una sensazione di mistero e introspezione. Queste fotografie non sono semplicemente ritratti, ma rappresentazioni visive di un’anima in continuo cambiamento, un invito a riflettere sulla complessità dell’identità e sulle molteplici maschere che indossiamo mentre cerchiamo di scoprire chi siamo veramente.

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