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«Cosa resta di noi due» – © Patrizia Mori

Testo di Athos Rosini

Una scena sapientemente costruita che vuole esplicare le incomprensioni e le difficoltà comunicative nel rapporto di coppia. Scrittura fotografica di tipo cinematografico e messa in scena chiara senza formalismi. Composizione diagonale con distorsione prospettica per l’uso di una corta focale e presa dall’alto. La ragazza tiene senza riserve la scena, ha gli occhi puntati verso di noi con un’espressione interrogativa/assertativa. È solo un frame la storia continua e ci fa riflettere l’interrogativo “cosa resta di noi due”.

 

Cina 1981, scomparsa e ritrovata

14 – 16 giugno 2024

«Cina 1981» il racconto inedito ed analogico di una Cina ormai scomparsa attraverso le fotografie di Marco Lazzerini scattate durante un viaggio nel 1981, con il restauro di Roberto Nencini e le musiche originali di Marco Baracchino.
Appuntamento per la proiezione nell’auditorium di Extra Factory venerdì 14 giugno alle ore 21.15. In sala saranno presenti anche fotografie selezionate e stampate che resteranno visibili in mostra anche sabato 15 e domenica 16 giugno, con orario 10.00 – 12.00 e 18.00 – 20.00

Enrico Berlinguer, tra storia e memoria

Una giornata, quella di martedì 11 giugno, tra storia e memoria, in occasione del quarantesimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer.

Così Athos Rosini, curatore di questa giornata:
«Il mio ricordo va a Enrico Berlinguer segretario del partito comunista italiano e la prima cosa che mi viene da pensare, semplicemente, è che sia stato una persona perbene e soprattutto un politico intellettualmente onesto. Ha rappresentato una speranza per l’Italia e per l’Europa, incarnando quel comunismo capace di aggiornarsi, avendo ben salde le radici nei valori della resistenza e lo sguardo puntato avanti. Sono passati 40 anni dalla sua prematura morte e quei giorni vengono ancora ricordati come la fine di una grande storia, di una stagione che si stava chiudendo. Fu colto da un improvviso malore a Padova durante un comizio per la campagna politica delle elezioni europee dell’84 e nonostante il dolore fisico terminò il suo intervento tra gli applausi e la commozione di chi aveva capito che qualcosa di terribile stava per accadere. Dopo quattro giorni di coma fu data la notizia della sua morte. I funerali si tennero a Roma il 13 giugno e c’erano tutti: tanta gente comune, i suoi compagni, i suoi avversari, i più grandi capi di stato e di governo. Si dice non meno di due milioni di persone, tutti a rendergli omaggio, a dirgli addio. Tra quelle persone c’ero anche io e ricordo una folla immensa, dispersa ovunque: per le strade, sui marciapiedi, arrampicati sui lampioni, in piedi sui tetti delle macchine. Le immagini che vedete in questa esposizione sono un ricordo personale di quella giornata, integrato dalle prime pagine dell’Unità, quotidiano politico del PCI, che riportavano le notizie di quei giorni concitati.»

La Mostra fotografica «Gli ultimi giorni di Berlinguer» con le foto di Athos Rosini sarà visitabile tutta la giornata di martedì 11 giugno dalle ore 10 alle 20 negli spazi di Extra Factory a Livorno, piazza della Repubblica (angolo Pina d’Oro). Sarà inoltre proiettato in loop il docufilm del 1984 «L’addio a Enrico Berlinguer» in cui oltre trenta registi italiani, tra cui Ettore Scola, i fratelli Bertolucci e Carlo Lizzani, documentarono il funerale. Nel montaggio supervisionato da Ugo Gregoretti si sovrappongono con rigore e omaggio le scene di massa e suggestive riprese aeree. Al centro, le interviste a esponenti politici, personaggi noti, uniti alla commozione di tanta gente comune.

Alle 18.30 nell’auditorium di Extra l’intervento dello storico Enrico Mannari per raccontare il legame di Berlinguer e Livorno.

1984-2024 La mostra fotografica di Carlo Lucarelli

 6 – 15 aprile 2024

CARLO LUCARELLI. Passione e dedizione per la fotografia.

Testo di Carlo Ciappi (docente DAC FIAF e critico della fotografia)

«Livorno, la primavera e l’arte, il trinomio si rinnova e si rivela sempre avvincente allo scoccare dei giorni dell’equinozio di primavera, è allora che la luce del giorno ha la stessa durata dell’oscurità notturna, un magnifico bilanciamento, il giusto equilibrio e non potevano esserci giorni più appropriati per manifestare l’arte di un fotografo di profonda ispirazione, ma più di ogni altra dote, l’uomo che possiede grande equità, riflessione e dedizione perfetta a quanto si appresta a fare. Sarà infatti il giorno sei di Aprile del corrente anno quando si terrà il vernissage della mostra fotografica dell’artista il cui nome fa spicco in epigrafe, sarà allora la sua l’arte fotografica a manifestarsi, l’arte mai abbandonata nemmeno per brevi periodi, però mai ostentata, mai autodeclamata, piuttosto volutamente sottaciuta pur essendo valida espressione di una ricerca, mai seguace di una moda qualsiasi, piuttosto sempre forte espressione dei tempi vissuti, visto che il suo pensiero è sempre stato che la fotografia, come la musica e la poesia, è espressione vera di sentimento, quello dell’autore posto in ogni scatto. In questo giorno, quindi, si accenderanno le luci sulle fotografie di Carlo Lucarelli espressioni diverse capaci di sorriderci dalle pareti della galleria Extra e molti appassionati converranno per condividere una gioia, quella dell’autore senza dubbio, ma anche di quanti hanno avuto il piacere di lavorare artisticamente e per il bene della fotografia in generale a fianco ad un artista singolare.
Carlo Lucarelli si affacciò alla fotografia intorno al 1984, lo fece aderendo ad una associazione dal nome che è tutto un programma: ALFA (Associazione Livornese Fotoamatori) e non mise tempo in mezzo, iniziò subito con le varie sperimentazioni, tutte quelle che l’entusiasmo e la passione gli suggerivano e il colore imperava nei suoi orizzonti, come i paesaggi, ma sempre la presenza dell’umano era una cosa assai ricercata e voluta per imprimere un senso all’immagine cercata. Ci sono più strade per imprimere il senso delle immagini, come le tecniche per poterle realizzare e, negli anni subito dopo il suo inizio, iniziò l’era dei computer con cui dare nuovi impulsi conferendo alle immagini sensazioni nuove e il nostro artista non se ne lasciò sfuggire l’occasione e cominciò il filone della creatività. Poi si sa, le attitudini personali obbligano a ricerche più approfondite, ben presto la sua fotografia fu vera comunicazione, fine ultimo dell’arte della fotografia fino a spingersi in reportage e portfoli fotografici di spessore. Anche se dotato di grandissima modestia, è stato invitato a mostrarsi in pregevoli manifestazioni e gallerie d’arte, anche lui ha fatto il percorso obbligato della partecipazione a concorsi in cui si è sempre distinto in campo nazionale e internazionale. Ben presto si affiliò alla Fiaf, la federazione delle associazioni fotografiche italiane, la più importante in senso assoluto, in seno a questa istituzione si è sempre adoperato per promuovere il vero senso dell’amatorialità e dell’associazionismo fino a conseguire una onorificenza importante quale Benemerito Della Fotografia Italiana, titolo che è riservato a quanti si adoperano fattivamente e con zelo alla promozione dell’arte fotografica, sia artisticamente e come promozione, nonché per la organizzazione necessaria per la crescita del Popolo della Fotografia. Questo è senza dubbio un gran riconoscimento, ma altre onorificenze popolano il suo curriculum, quelle conquistate nel campo artistico ed hanno acronimi diversi: AFI (Artista fotografo italiano); Exposant honorable d’images sans frontière; Artiste della federération internazionale de l’art photografique, ma anche Eccellence della stessa istituzione internazionale; infine Encomiabile della fotografia italiana. Questi elencati sono importanti riconoscimenti, ma il suo palmares sarebbe ancor più popolato se il suo impegno non si fosse diretto, con tanto impegno, anche alla buona guida dei circoli di fotografia e della federazione stessa, infatti nel 2007 fu un cofondatore del Fotoclub Nove di Livorno il cui nome si è fatto conoscere negli anni per meriti particolari. Per sei anni ha ricoperto l’onerosa carica di Delegato provinciale per Livorno della Fiaf, ma per ben dieci ha ricoperto quello di Delegato regionale per la Toscana, regione di capitale importanza nell’amatorialità fotografica. Innumerevoli sono le manifestazioni realizzate con il suo stimolo in varie zone del territorio, come innumerevoli sono i campi in cui si sono prodotte sue iniziative; questo potrebbe sembrare un buon operato e lo è in effetti, ma il suo fiore all’occhiello è l’ideazione, la realizzazione, la gestione di una grande mostra intitolata Toscanità. Questa singolare, ciclopica realizzazione ha visto realizzarsi per ben quattro edizioni, con cadenza biennale, una mostra di trecetosessanta fotografie eseguite, a seconda dei temi scelti, dalla coralità dei circoli delle province della Regione Toscana, un lavoro imponente ed estremamente importante per la proposta di lavorare coralmente confrontando idee, opinioni, stili, di una fotografia in evoluzione per poter lasciare il segno di chi siamo stati in un determinato periodo storico: il nostro. Le quattro mostre sono state proposte in ogni provincia con echi di approvazione mai ottenuti prima per l’ambiente fotoamatoriale, non solo toscano, ma nazionale. Quando le qualità personali sono eccellenti chi governa le istituzioni sa benissimo a chi affidare incarichi di prestigio e responsabilità, in seno alla precitata Federazione, Lucarelli riveste attualmente l’incarico di Vice Direttore Dipartimento Interni della Fiaf (zona area centro).
Le qualità e i meriti di questo personaggio facevano quasi dimenticare di parlare dell’appuntamento al vernissage del sei Aprile, sì, converremo alla Galleria Extra per godere delle opere fotografiche di questo particolare artista fotografo nello sviluppo di un’arte portata avanti e sperimentata negli anni e ne vedremo di interessanti espressioni, elaborazioni, naturalità, segni, simboli, colori, e su tutto irrompe il manifestarsi di un sentimento, il suo personale, la sua fotografia risente fortemente della personalità di chi le esegue, allora è la semplicità e la non banalità che in connubio ci verranno incontro nella nostra indagine a carpire i significati dati alle opere in mostra».

Appuntamento a sabato 6 aprile alle ore 17,30, dunque, per un vernissage particolare, all’ Extra Factory in via della Pina d’Oro, 2 (ingresso da piazza della Repubblica), Livorno.
La mostra sarà visitabile gratuitamente da sabato 6 a sabato 15 aprile 2024, con orario 10-12 e 17-20 (martedì e domenica giorni di chiusura)

 

(A)mare. Sentimenti ed emozioni dal mare

2 – 9 marzo 2024

(A)mare è la mostra collettiva fotografica nata da un’idea di Giovanni La Francesca e Fabio Cosimi. Ventidue artisti selezionati raccontano il mare a seconda dei diversi stili e dei propri generi fotografici, mettendo in risalto le emozioni e i sentimenti che suscita in loro.

L’inaugurazione, nello spazio espositivo di Extra (via della Pina d’Oro, 2 – ingresso da piazza della Repubblica, Livorno)  avverrà sabato 2 marzo alle ore 18 alla presenza dei fotografi con le opere in mostra: Alessandro FRUZZETTI, Antonella DINI, Arez PROD, Arturo SAFINA, Biancamaria MONTICELLI, Carlo LAMIA, Carolina GUADARRAMA, Claudio LUCHETTI, Elena BACCHI, Giovanni LA FRANCESCA, Ilaria CARIELLO, Laura BOLOGNESI, Luigi DE ROSA, Marc Anthony SAYLON, Marco VIVIANI, Maria Elena TODARO, Martina CORRADI, Patrizia GALIA, Renato BUTTA, Roberto BARTOLINI, Susanna PIGNATELLI, Veronica SOCCI.

La prefazione è di Fabio Cosimi, le riprese aeree del video in mostra sono di Marc Anthony Saylon .

La collettiva,  con il Patrocinio del Comune di Livorno, sarà visitabile tutti i giorni fino a sabato 9 marzo con orario 10-12 e 17-19.30 (escluso il martedì e la domenica).

«Il mare è un esperienza intima. La prima volta che ho pianto, nascosto dietro uno scoglio al tramonto, il primo bacio dato a una ragazza dietro le cabine alla fine di settembre come ultimo saluto all’estate che sta per finire, la prima volta che ho fatto l’amore illuminato dalla luna in una piccola cala nascosta; il primo furente dolore fumando una sigaretta dopo l’altra bagnato dal mare nero di tempesta. Se mi allontano per qualche tempo dalla costa, rincorro col pensiero il ricordo del sapore salmastro sulle labbra di un giorno di libeccio o il calmo frusciare delle onde di risacca di un mattino d’estate quando mia madre mi portava molto presto in spiaggia e dove la sabbia fresca sotto i piedi mi faceva rabbrividire. Quando sono lontano mi manca il grigio e il nero, l’azzurro, il verde, come un pittore senza i suoi colori, mi manca la sua voce possente e il suo bisbigliare, l’odore inebriante. Il mare è uno specchio nel quale gran parte della mia vita è riflessa, c’è la mia instabile giovinezza, la mia stanca vecchiaia e tutto quello che nel mezzo mi è accaduto, mi basta solo guardare e ascoltare. Di fronte al mare tutto mi diventa più chiaro, più comprensibile, più amabile, più sopportabile. Più umano».

[Fabio Cosimi]

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